Alfredo Pasquetti
Titoli dell'autore
Papato, impero e università negli scritti di Alessandro di Roes (1281-1288)
digital

Anno:
2011
Scritte principalmente in Italia e databili agli anni ’80 del XIII secolo, le opere
del pubblicista renano Alessandro di Roes sono state per lo più interpretate come
l’espressione di una concezione ingenua e politicamente conservatrice, mirante a difendere
l’universalità e la germanicità dell’imperium. L’obiettivo di questo saggio è
quello di meglio contestualizzare tale apologia all’interno della più generale concezione
che Alessandro sviluppa dell’ordine del mondo voluto da Dio. Attraverso il ricorso
ad argomenti storico-leggendari e la determinazione di precisi criteri etnologici
e funzionali, il Roes delinea l’immagine di una cristianità retta da tre «principatus»
– il sacerdotium, il regnum, lo studium – affi dati rispettivamente da Dio ai romani-italiani,
ai tedeschi e ai francesi. Dalla loro azione concorde e dal reciproco rispetto
delle loro competenze dipendono le sorti della «res publica fi dei christiane», la Chiesa.
Nell’ottica di questo schema improntato alla complementarità, una Francia che
benefi ciasse di una nuova translatio imperii – eventualità, secondo Alessandro, da
molti auspicata – non lederebbe tanto le prerogative germaniche, quanto il «debitus
et necessarius ordo», nella cornice del quale ciascun popolo deve attenersi ai compiti
che gli sono stati assegnati sulla base della sua attitudine a svolgerli, pena il crollo
dell’intera «domus Dei». È di questa casa, più che di un impero tedesco, che Alessandro
di Roes si fa appassionato zelatore nei suoi testi.
The works of the German publicist Alexander of Roes – principally written
in Italy and all datable to the 1280s – have traditionally been considered by historians
as an ingenuous expression of political conservatism aimed at guarding the
universal and German character of the imperium. The purpose of this essay is to
contextualise this apology in Alexander’s wider view of the divinely willed order
of the world. Alexander outlines the picture of a Christendom ruled by three «principatus
» – sacerdotium, regnum, studium – assigned by God to Romans-Italians,
Germans and French respectively. The welfare of the «res publica fi dei christiane», the Church, depends on their concordant action and on the mutual respect of their
discrete functions. This pattern rests on complementarity, so if France gained the
imperium – an actual danger, according to Alexander – it would not damage the
German prerogatives, but rather the «debitus et necessarius ordo» in which every
people must keep to its peculiar mission. Alexander, then, is concerned with the
whole «domus Dei», not only with a part of it.
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