«Tamen moratur in urbe continue». Alfonso di Jaén, un eremita di città (Roma, Perugia, Genova)

Name: «Tamen moratur in urbe continue». Alfonso di Jaén, un eremita di città (Roma, Perugia, Genova)
Brand: Vita e Pensiero
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Articolo

Rivista

RIVISTA DI STORIA DELLA CHIESA IN ITALIA

Fascicolo

RIVISTA DI STORIA DELLA CHIESA IN ITALIA - 2024 - 1

Titolo

«Tamen moratur in urbe continue». Alfonso di Jaén, un eremita di città (Roma, Perugia, Genova)

«And Yet, He Continuously Dwells in the City of Rome». Alfonso of Jaén, an Urban Hermit (Rome, Perugia, Genoa)

Autore

Silvia Nocentini

Editore

Vita e Pensiero

Formato

Articolo |

Pdf

Pagine

Online da

10-2024

Doi

10.26350/001783_000156

Issn

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Descrizione

Based on unedited documents, this work outlines some unexplored sides of the life of Alfonso of Jaén (1330-1389), confessor and editor of Saint Birgitta of Sweden. Under Gregory XI’s and Urban VI’s papacy, he also served as a curialist and, following Birgitta’s death, reformer of monastic communities and organizer of the Birgittine propaganda. In the earliest times of the Great Schism, his figure must be considered prominent and influential for several religious and lay actors. An Appendix follows with the edition of a letter from Gregory XI, the deposition of Alfonso in an inquest on the election of Urban VI, a letter from the apostolic penitentiary Luca Ridolfucci, and the inscription on Alfonso’s tomb.

Questo lavoro si avvale di documenti inediti per ricostruire alcune fasi della biografia di Alfonso di Jaén (1330-1389). In particolare, ci si sofferma sul periodo successivo alla morte di Brigida di Svezia (1373), della quale fu il confessore e l’editore delle Rivelazioni. Emerge così la molteplicità degli interessi di Alfonso, in specie nel contesto del Grande Scisma. Si pubblicano quindi in appendice una lettera di Gregorio XI ad Alfonso, datata 13 marzo 1375; la testimonianza dell’ex vescovo di Jaén in una delle inchieste svoltesi nel 1379 sull’elezione di Urbano VI; la lettera del penitenziere papale Luca Ridolfucci alle monache di Vadstena; e infine la trascrizione dell’epigrafe posta sulla tomba di Alfonso.